Smart working e luoghi comuni: 5 consigli bizzarri per lavorare meglio da casa

Immaginiamo insieme uno scenario apocalittico nel quale, a causa di una spaventosa pandemia, il mondo si ritrovi in ginocchio davanti all’impossibilità delle persone di avere contatti ravvicinati.
Niente bar, negozi chiusi, nessuna proiezione al cinema e, ovviamente, nessuno che va in ufficio a lavorare.

Squilla il cellulare. Notifica Whatsapp. Gruppo di lavoro. Il tuo capo vi ha appena scritto che da oggi lavorerete tutti in Smart Working. Che bello.

Ora, al di là di chi abbia potuto mettere la parola “Smart” davanti a “Working” come se fossero accettabili anche forme di lavoro non-smart, in queste settimane di pandemia dove tutti avremmo preferito parlare di storie di fantasia, la realtà ci ha parlato e ha detto a tutti la stessa cosa: se vuoi campare devi lavorare da casa. E il popolo si è adattato. più o meno.

Ne ho viste di tutte i colori.

Sono un programmatore, e tutti i programmatori sanno come lavorare da casa. Anzi, da casa lavorano meglio. Per questo, osservando il comportamento dell’impiegato medio, ho deciso di darvi 5 semplici consigli che nessun datore di lavoro si sognerebbe mai di dare ai suoi collaboratori.

  1. Mettiti comodo.
    Se ti piace stare in pigiama, stai in pigiama. Se vuoi lavorare nudo perchè ti fa sentire tutt’uno con la natura, fallo.
    Voglio dire, le cose che indossiamo quando andiamo a lavoro spesso sono il riflesso di un comportamento che adottiamo per sentirci accettati dagli altri.
    Mettiamo la cravatta perchè tutti in ufficio hanno la cravatta.
    Ma sei a casa, sei nel tuo regno, non esistono contenitori sociali. Sei libero di fare un po’ come ti pare.

  2. Governa il tuo tempo.
    Anche se sei a casa, cerca di rispettare l’orario d’ufficio“.
    In quanti ve l’hanno detto? Ora, a meno che tu non lavori in un call center o abbia orari rigidi o appuntamenti da rispettare, sei libero di disattivare la sveglia, lavorare dalle 14 alle 23 o magari di notte.
    Il concetto di “orari d’ufficio” in alcuni paesi del mondo è morto da anni, sostituito da un approccio “a scadenze”.
    In Italia siamo più conservatori. Chissà non sia proprio la pandemia a spingerci verso il progresso.

  3. Ottimizza i tempi morti.
    Non devi più aspettare la metro. Nessuno ti guarderà male se ti prenderai una pausa più lunga. Sei a casa.
    Certo, hai chiaramente bisogno di responsabilizzarti, ma quant’è rilassante avere la possibilità di farsi una doccia in un lasso di tempo che in ufficio sarebbe bastato al massimo per una sigaretta e un caffè?

  4. Modalità aereo, e si vola.
    Il concetto di “smart working” viene spesso confuso dagli altri con “posso romperti le palle a qualsiasi ora” oppure da te stesso con “posso divertirmi e distrarmi quando voglio“.
    Personalmente ho notato un aumento importante di messaggi, chiamate, tweet, tag, risposte alle stories, balli su TikTok, nuovi gruppi su Whatsapp, balli di gruppo in videochat quindi ho deciso di disattivare completamente la rete del cellulare a intervalli di 2 ore. Provate, e fatemi sapere.

  5. Se pensi che una videocall non sia necessaria, non partecipare.
    La videocall è la naturale evoluzione della riunione in ufficio.
    Solo che è più violenta perchè si organizza subito e può colpirti ovunque tu sia.
    Se un tempo avremmo potuto evitarle perchè Giovanni aveva mal di pancia ed è andato via prima, ora Giovanni lo chiamiamo su Zoom direttamente dal bagno di casa sua.
    La verità è sempre la stessa: spesso si tratta di riunioni-che-avrebbero-potuto-essere-una-semplice-email.
    Se non sono necessarie e vi distraggono dal lavoro, ditelo chiaramente. Sono sicuro che il vostro capo capirà.

    Altrimenti, leggete il punto 4.
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